La storia ci racconta che da quasi un secolo la mafia incendia i terreni, e poi li compra da enti pubblici e privati che, dopo i roghi, li mettono in vendita a prezzi stracciati.
Infine, gli stessi terreni ormai incolti e considerati senza valore, con un tratto di penna, diventano edificabili. In questo modo sono state cancellate gran parte delle aree verdi del nostro territorio.
Sembra che questo sistema continui a funzionare ancora oggi.
Una parte dei terreni del "Boschetto della Plaia" situati a pochi metri dal mare, interessati da un rogo, probabilmente di origine dolosa, avvenuto a luglio, sono stati messi in vendita al prezzo complessivo di ventiseimila euro (tre euro e settanta centesimi al metro quadro).
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L'Agenzia del demanio di Catania ha pubblicato l'avviso di vendita in
cui è specificato che nel considerare il prezzo del terreno si tiene
conto dello stato in cui esso si trova dopo il rogo, con allegata la
foto degli alberi inceneriti:
(https:venditaimmobili.agenziademanio.it).
La zona è la stessa già interessata da una delle più grandi
speculazioni edilizie progettate a Catania negli ultimi decenni: il
Piano Urbanistico Attuativo, meglio conosciuto come Pua.
Il Pua è
un "affare" che, insieme ad altri, sta al centro del processo che si sta
celebrando davanti al Tribunale di Catania e che vede sul banco degli
imputati l'editore/imprenditore Mario Ciancio, accusato di concorso
esterno con la mafia.