mercoledì 14 gennaio 2015

Esposto presentato alla Procura della Repubblica di Catania

ILL.MO SIG. PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI CATANIA

Siamo il Comitato NO PUA, un comitato formato  da cittadine e cittadini, nato anni fa per contrastare un progetto che arreca  una gravissima e pericolosa devastazione ambientale del territorio.
I fatti che per il quali ci rivogliamo alla S.V. sono relativi ad una serie di interventi di speculazione edilizia, che da sempre hanno ingenerato perplessità di vari tipo, ed in specie per quanto attiene ad una serie di atti amministrativi autorizzativi. Il PUA.
 Il PUA (Piano Urbanistico Attuativo) Catania Sud è il proseguimento del Patto Territoriale per l’occupazione Catania Sud promosso dal Comune di Catania nel 1996 e approvato con delibera n. 30 in data 16 settembre 1999 dal Consiglio Comunale di Catania (delibera a cui Legambiente ha fatto opposizione)  durante l’amministrazione Bianco.
I primi interventi hanno interessato la zona del centro storico e il litorale della Playa. Con il Patto territoriale sono state realizzate nella zona della Playa: tre strutture ricettive (Romano Palace Luxury Hotel, Hotel Parco degli Aragonesi, residence Le Dune) e il Palazzo del Ghiaccio.
Il patto territoriale si ferma all’altezza dell’ex motel Agip ( Hotel Diramare ) di fronte all’allora camping internazionale ( ora lido Cucaracha) perché:
1)      la zona a sud è situata nella preoasi del Simeto e quindi sottoposta ad un vincolo di assoluta inedificabilità.
2)       ci sono vincoli aeroportuali da rispettare.
La delibera approvata nel settembre del 1999 chiedeva all’assessorato regionale Territorio e Ambiente la riperimetrazione dell’Oasi del Simeto, riperimetrazione che il 13 marzo 2002 venne decisa per decreto dall’allora assessore Bartolo Pellegrino, prima delle sue vicissitudini giudiziarie e pubblicata nella Gurs del 24/05/2002
La variante al Prg per il Pua Catania sud è stata predisposta dall'Amministrazione Comunale alla fine del 2002, dall’amministrazione Scapagnini, in attuazione di quanto previsto dal Patto Territoriale per l'Occupazione Catania Sud ed approvata dalla Regione il 07/06/2005. L'ambito territoriale su cui interviene il P.U.A. comprende una vasta area di circa 5,300 Ha, che dal porto si estende nella zona sud della città attraverso tutto il litorale della Plaia e raggiunge i confini dell’area di sviluppo industriale. Il Progetto che si è aggiudicato la realizzazione del PUA, l’unico presentato, è stato quello della società “Stella Polare”. Il primo progetto di Stella Polare viene presentato nel 2009. Il Progetto definitivo di Stella Polare, che prevede una cementificazione superiore a quella approvata nel 2009, è stato approvato ad aprile 2013, in piena campagna elettorale, come ultimo atto del consiglio comunale uscente vengono presentate opposizione da parte di Legambiente, da Comitato No Pua e da altri
Dopo l’insediamento della Giunta Bianco il Comitato No Pua ed altre 23 associazioni chiedevano un confronto sul Pua alla nuova amministrazione da cui non ricevono nessuna risposta.
Il 26 novembre 2013 la nuova amministrazione Bianco presenta con un maxi emendamento in consiglio le controdeduzioni alle opposizioni di Legambiente e Comitato no Pua e approva definitivamente il Pua ed il progetto Stella Polare.
Il progetto di Stella Polare prevede: “Un’area espositiva, un acquario, un centro congressuale da 11.860 mq, uno shopping center (centro commerciale), un centro fitness, un polo dedicato all’ intrattenimento con pista go-kart, laser games e bowling, punti di ristoro, un cinema multisala da oltre 2000 posti, e soprattutto un’intera area riservata a strutture ricettive e poi ancora strade, parcheggi multipiano e altre gettate di cemento. Le maggiori forze politiche, i costruttori, gli speculatori, i sindacati, il quotidiano locale di proprietà dell’editore Mario Ciancio, che è anche proprietario di gran parte dei terreni in cui insiste il Pua, spingono per la realizzazione del Piano sostenendo che porterà lavoro e sviluppo. Noi, dopo 15 anni possiamo dire, con certezza, che le opere realizzate nella zona Sud nell’ambito del Patto Territoriale non hanno inciso assolutamente sullo sviluppo economico di Catania. Le strutture ricettive sono scarsamente utilizzate, sorgono in una zona che non è servita adeguatamente dai trasporti pubblici e non ha l’accesso diretto al mare, le strutture usufruiscono della spiaggia tramite convenzione con gli stabilimenti balneari, il “Palazzo del ghiaccio” è stato un totale fallimento.
Con altrettanta certezza possiamo affermare che il progetto di Stella Polare mette insieme la realizzazione di strutture incompatibili tra loro per qualsiasi progetto serio di sviluppo turistico.
Ma la cosa che ha più rilievo è che il progetto presentato da Stella Polare ha un impatto ambientale devastante nell’unica area rimasta libera dalla città, una zona unica dal punto di vista paesaggistico, della flora e della fauna, come spiega una relazione di Legambiente, fondamentale per l’ecosistema. L’area interessata sorge in una zona già vincolata in quanto preoasi del Simeto, il progetto è stato reso possibile da una discussa riperimetrazione attuata nel 2002 dall’assessore regionale Pellegrino. Il Progetto insiste in una zona economicamente attiva dove sorgono aziende agricole produttive, si trova a pochi metri dall’aeroporto di Catania, in un’area satura di centri commerciali e che nei mesi estivi ha un traffico veicolare di difficile gestione. Nel progetto, si prevede anche un centro congressuale da 11.860 mq, a Catania esiste già, in viale Africa, un centro fieristico di proporzioni inferiori e che è sfruttato solamente per un quinto delle sue possibilità. I dati della ricezione alberghiera ci raccontano di un settore in profonda crisi, dove non esiste più spazio per nuove strutture ricettive.
E’ chiaro che dietro al Pua c’è una grande speculazione edilizia che tende a trasformare l’ampia zona destinata a strutture ricettive in un residence sul mare da offrire ai privati.
In questi giorni la variante al Pua di Catania avrebbe ricevuto il parere

favorevole del C.r.u. Sicilia in tempi  molto più brevi di quelli che si erano ipotizzati.

Oltre alla celerità di importanti  pareri colpisce anche la fiducia che i vari enti pubblici  hanno dato ai protagonisti di questa vicenda.
E’ il caso ad esempio della delibera con il quale viene aggiudicato il progetto PUA alla  società Stella Polare.  A fronte di un capitale sociale quasi inesistente verrà  affidato a questa società un appalto, in project financing, per  lavori che vanno dai 300 ai 500 milioni di euro.
E che ombre vi siano in questa vicenda è rilevabile anche dagli atti di P.G. nella disponibilità della S.V. Si fa riferimento ai rapporti tra il legale rappresentante della Stella Polare Renzo Bissoli  e Mariano Incarbone, recentemente condannato in appello a cinque anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Rapporti conclamati da una telefonata dove i due dandosi del tu commentano con entusiasmo  l’approvazione del Piano.
Ma questi fatti sono ben noti ad Ella, e probabilmente vi sono indagini in corso,  ed infatti non ci soffermiamo oltre su questo aspetto. Stante che qui trattiamo delle varianti a favore dei ( del ) proprietari (o) dei terreni sui quali dovrebbe realizzarsi il PUA. 
Come detto e come è agevole rilevare in questa necessariamente breve cronologia si può dire che vi sia stata una “benevolenza” da parte delle Amministrazioni Pubbliche nell’approvare le varie varianti.  Una benevolenza sia in relazione ai tempi di approvazione dei progetti sia in relazione alle varianti del PRG e quindi in ordine alle, nuove, possibilità edificatorie e quindi speculative sui terreni oggetto del PUA.
Questa “benevolenza”  è stata giustificata, dai protagonisti,  dalle possibilità lavorative per una città come Catania. Senza addentrarci in temi che non ci competono, le speculazioni edilizie sono bolle di sapone, forse producono della domanda di lavoro nell’immediato, ma certo non creano sviluppo duraturo. Sicuramente i vantaggi sono a favore delle ditte che realizzano i progetti e dei proprietari dei terreni, che in base a delle varianti dei piani regolatori o di altri strumenti urbanistici quali ad esempio la riperimetrazione di oasi,  vedranno lievitare i proprio investimenti.
Tra i proprietari dei terreni vi è Mario Ciancio. Direttore e proprietario dell’ unico giornale di Catania.
Giornale che pochi giorni prima dell’approvazione del PUA da parte della Regione, con un editoriale invitava il Presidente Crocetta ad andarsene ritenendo la sua politica fallimentare. 
Chissà se la successiva approvazione  da parte della Regione sia relativa a questo articolo.
Ma qui non stiamo parlando solo del quarto potere, del potere della stampa.
Stiamo parlando di una serie di  varianti sui progetti che hanno comunque prodotto un vantaggio al Ciancio, come ad altri soggetti. Varianti oggetto di durissime critiche, non solo politiche ma anche tecniche, tra queste ultime sono molto interessanti le note di Legambiente.
Di recente sono state depositate le motivazione della sentenza con la quale Il Giudice per l’udienza preliminare di Catania ha condannato l’ex Presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo.
Nel corpo motivo della sentenza si fa riferimento ad una seri di varianti urbanistiche che avevano al centro terreni comunque riconducibili al Ciancio, terreni inizialmente a vocazione agricola o comunque con scarse percentuali di edificabilità e che invece grazie a queste varianti beneficiano di un aumento più che considerevole del proprio valore.
In particolare, nella sentenza si legge chiaramente come il contesto e il modus operandi fosse sempre il medesimo, ovvero il Lombardo “suggeriva” l’acquisto al Ciancio – oltre che a  soggetti appartenenti alla criminalità organizzata di stampo mafioso – di molteplici lotti di terreno a destinazione agricola, e dunque a contenutissimo valore commerciale, nella prospettiva di ottenere la variazione di destinazione urbanistica che il Lombardo era certamente in grado di garantire (pag. 245 della sentenza).
Si è riscontrato un costante “interessamento del Lombardo alle vicende imprenditoriali del Ciancio” (pag. 245 cit.) e tale modello operativo si è avuto anche per le “strutture polifunzionali nella zona della Plaja ad opera della società “Stella Polare s.r.l.” riconducibile all’impenditore Bissoli (con la compartecipazione dell’Incarbone), progettazione per la quale era stato predisposto ed approvato nel 2002, quando l’imputato (Raffaele Lombardo) svolgeva le funzioni di vice-sindaco (rectius di co-sindaco, come dallo stesso affermato) del Comune di Catania, il relativo Piano Attuativo (P.U.A.) con le connesse varianti urbanistiche, progettazione infine da realizzarsi ancora una volta su terreni del Ciancio che originariamente avevano tutt’altra destinazione urbanistica”. Per di più, nei cantieri avviati dal Ciancio, egli stesso si impegnava nei confronti del Lombardo affinché lavorassero imprenditori vicini a Cosa Nostra quali Basilotta ed Incarbone (pag. 246 cit.).
Come è agevole rilevare il Giudice parla di un modus operandi e di un piano urbanistico che sono quelli che qui oggi stiamo denunziando.
Non siamo strillatori dell’ultima ora. Da sempre abbiamo avanzato dubbi sulla correttezza dei vari atti amministrativi che hanno  riguardato il PUA.
Si allega una delle tante note critiche già avanzate al Consiglio Comunale. 
Si porta in allegato per maggiore intelligenza e scorrevolezza della vicenda, trattandosi di note molto tecniche e che comunque fanno parte integrante della presente denunzia.
Oggi alla luce di quelle che sono le riflessioni compiute da un Giudice, non possiamo, nessuno può,  non vedere troppe analogie tra quelle vicende delineate in una sentenza e tutto l‘iter  amministrativo che ha portato all’approvazione di una delle più grandi speculazione edilizie a Catania, in una delle pochissime zone della città ancora “verdi”.
E ci rivolgiamo ad Ella affinché si valutino ipotesi di reati,  nei confronti di Mario Ciancio e dei coautori, contro la pubblica amministrazione ed in violazione della normativa ambientale urbanistica ed edilizia.

Ai sensi dell’art. 408 c.p.p. chiediamo di essere informati nell’ipotesi in cui la S.V. richieda l’archiviazione della presente denunzia, nonché ai sensi dell’art. 406 c.p.p. chiediamo di essere informati in caso di richiesta di proroga delle indagini preliminari.
Nominiamo già in questa nostro difensore l’avvocato Goffredo D’Antona del Foro di Catania, con studio in detta città, in via Umberto 303.

Si  allega nota inviata al C.r.u.


Catania 11 ottobre 2014

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