ILL.MO SIG. PROCURATORE DELLA
REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI CATANIA
Siamo il
Comitato NO PUA, un comitato formato da
cittadine e cittadini, nato anni fa per contrastare un progetto che arreca una gravissima e pericolosa devastazione
ambientale del territorio.
I fatti che per
il quali ci rivogliamo alla S.V. sono relativi ad una serie di interventi di
speculazione edilizia, che da sempre hanno ingenerato perplessità di vari tipo,
ed in specie per quanto attiene ad una serie di atti amministrativi autorizzativi.
Il PUA.
Il PUA (Piano Urbanistico Attuativo) Catania
Sud è il proseguimento del Patto Territoriale per l’occupazione Catania Sud
promosso dal Comune di Catania nel 1996 e approvato con delibera n. 30 in data
16 settembre 1999 dal Consiglio Comunale di Catania (delibera a cui Legambiente
ha fatto opposizione) durante
l’amministrazione Bianco.
I primi
interventi hanno interessato la zona del centro storico e il litorale della
Playa. Con il Patto territoriale sono state realizzate nella zona della Playa:
tre strutture ricettive (Romano Palace Luxury Hotel, Hotel Parco degli
Aragonesi, residence Le Dune) e il Palazzo del Ghiaccio.
Il patto
territoriale si ferma all’altezza dell’ex motel Agip ( Hotel Diramare ) di
fronte all’allora camping internazionale ( ora lido Cucaracha) perché:
1)
la zona a sud è situata nella preoasi del Simeto e
quindi sottoposta ad un vincolo di assoluta inedificabilità.
2)
ci sono vincoli
aeroportuali da rispettare.
La delibera
approvata nel settembre del 1999 chiedeva all’assessorato regionale Territorio
e Ambiente la riperimetrazione dell’Oasi del Simeto, riperimetrazione che il 13
marzo 2002 venne decisa per decreto dall’allora assessore Bartolo Pellegrino,
prima delle sue vicissitudini giudiziarie e pubblicata nella Gurs del
24/05/2002
La variante al
Prg per il Pua Catania sud è stata predisposta dall'Amministrazione Comunale
alla fine del 2002, dall’amministrazione Scapagnini, in attuazione di quanto
previsto dal Patto Territoriale per l'Occupazione Catania Sud ed approvata
dalla Regione il 07/06/2005. L'ambito territoriale su cui interviene il P.U.A.
comprende una vasta area di circa 5,300 Ha, che dal porto si estende nella zona
sud della città attraverso tutto il litorale della Plaia e raggiunge i confini
dell’area di sviluppo industriale. Il Progetto che si è aggiudicato la
realizzazione del PUA, l’unico presentato, è stato quello della società “Stella
Polare”. Il primo progetto di Stella Polare viene presentato nel 2009. Il
Progetto definitivo di Stella Polare, che prevede una cementificazione
superiore a quella approvata nel 2009, è stato approvato ad aprile 2013, in
piena campagna elettorale, come ultimo atto del consiglio comunale uscente
vengono presentate opposizione da parte di Legambiente, da Comitato No Pua e da
altri
Dopo
l’insediamento della Giunta Bianco il Comitato No Pua ed altre 23 associazioni
chiedevano un confronto sul Pua alla nuova amministrazione da cui non ricevono
nessuna risposta.
Il 26 novembre
2013 la nuova amministrazione Bianco presenta con un maxi emendamento in
consiglio le controdeduzioni alle opposizioni di Legambiente e Comitato no Pua
e approva definitivamente il Pua ed il progetto Stella Polare.
Il progetto di
Stella Polare prevede: “Un’area espositiva, un acquario, un centro congressuale
da 11.860 mq, uno shopping center (centro commerciale), un centro fitness, un
polo dedicato all’ intrattenimento con pista go-kart, laser games e bowling,
punti di ristoro, un cinema multisala da oltre 2000 posti, e soprattutto
un’intera area riservata a strutture ricettive e poi ancora strade, parcheggi
multipiano e altre gettate di cemento. Le maggiori forze politiche, i
costruttori, gli speculatori, i sindacati, il quotidiano locale di proprietà
dell’editore Mario Ciancio, che è anche proprietario di gran parte dei terreni
in cui insiste il Pua, spingono per la realizzazione del Piano sostenendo che
porterà lavoro e sviluppo. Noi, dopo 15 anni possiamo dire, con certezza, che
le opere realizzate nella zona Sud nell’ambito del Patto Territoriale non hanno
inciso assolutamente sullo sviluppo economico di Catania. Le strutture
ricettive sono scarsamente utilizzate, sorgono in una zona che non è servita
adeguatamente dai trasporti pubblici e non ha l’accesso diretto al mare, le
strutture usufruiscono della spiaggia tramite convenzione con gli stabilimenti
balneari, il “Palazzo del ghiaccio” è stato un totale fallimento.
Con altrettanta
certezza possiamo affermare che il progetto di Stella Polare mette insieme la
realizzazione di strutture incompatibili tra loro per qualsiasi progetto serio
di sviluppo turistico.
Ma la cosa che
ha più rilievo è che il progetto presentato da Stella Polare ha un impatto
ambientale devastante nell’unica area rimasta libera dalla città, una zona
unica dal punto di vista paesaggistico, della flora e della fauna, come spiega
una relazione di Legambiente, fondamentale per l’ecosistema. L’area interessata
sorge in una zona già vincolata in quanto preoasi del Simeto, il progetto è
stato reso possibile da una discussa riperimetrazione attuata nel 2002
dall’assessore regionale Pellegrino. Il Progetto insiste in una zona
economicamente attiva dove sorgono aziende agricole produttive, si trova a
pochi metri dall’aeroporto di Catania, in un’area satura di centri commerciali
e che nei mesi estivi ha un traffico veicolare di difficile gestione. Nel
progetto, si prevede anche un centro congressuale da 11.860 mq, a Catania
esiste già, in viale Africa, un centro fieristico di proporzioni inferiori e
che è sfruttato solamente per un quinto delle sue possibilità. I dati della
ricezione alberghiera ci raccontano di un settore in profonda crisi, dove non
esiste più spazio per nuove strutture ricettive.
E’ chiaro che dietro al Pua c’è una grande
speculazione edilizia che tende a trasformare l’ampia zona destinata a
strutture ricettive in un residence sul mare da offrire ai privati.
In questi giorni la
variante al Pua di Catania avrebbe ricevuto il parere
favorevole del C.r.u.
Sicilia in tempi molto più brevi di
quelli che si erano ipotizzati.
Oltre alla
celerità di importanti pareri colpisce
anche la fiducia che i vari enti pubblici
hanno dato ai protagonisti di questa vicenda.
E’ il caso ad
esempio della delibera con il quale viene aggiudicato il progetto PUA alla società Stella Polare. A fronte di un capitale sociale quasi
inesistente verrà affidato a questa
società un appalto, in project financing, per
lavori che vanno dai 300 ai 500 milioni di euro.
E che ombre vi
siano in questa vicenda è rilevabile anche dagli atti di P.G. nella disponibilità
della S.V. Si fa riferimento ai rapporti tra il legale rappresentante della
Stella Polare Renzo Bissoli e Mariano
Incarbone, recentemente condannato in appello a cinque anni per
concorso esterno in associazione mafiosa. Rapporti conclamati da una
telefonata dove i due dandosi del tu commentano con entusiasmo l’approvazione del Piano.
Ma questi fatti
sono ben noti ad Ella, e probabilmente vi sono indagini in corso, ed infatti non ci soffermiamo oltre su questo
aspetto. Stante che qui trattiamo delle varianti a favore dei ( del )
proprietari (o) dei terreni sui quali dovrebbe realizzarsi il PUA.
Come detto e
come è agevole rilevare in questa necessariamente breve cronologia si può dire
che vi sia stata una “benevolenza” da parte delle Amministrazioni Pubbliche
nell’approvare le varie varianti. Una
benevolenza sia in relazione ai tempi di approvazione dei progetti sia in
relazione alle varianti del PRG e quindi in ordine alle, nuove, possibilità
edificatorie e quindi speculative sui terreni oggetto del PUA.
Questa
“benevolenza” è stata giustificata, dai
protagonisti, dalle possibilità
lavorative per una città come Catania. Senza addentrarci in temi che non ci
competono, le speculazioni edilizie sono bolle di sapone, forse producono della
domanda di lavoro nell’immediato, ma certo non creano sviluppo duraturo.
Sicuramente i vantaggi sono a favore delle ditte che realizzano i progetti e
dei proprietari dei terreni, che in base a delle varianti dei piani regolatori
o di altri strumenti urbanistici quali ad esempio la riperimetrazione di
oasi, vedranno lievitare i proprio investimenti.
Tra i
proprietari dei terreni vi è Mario Ciancio. Direttore e proprietario dell’
unico giornale di Catania.
Giornale che
pochi giorni prima dell’approvazione del PUA da parte della Regione, con un
editoriale invitava il Presidente Crocetta ad andarsene ritenendo la sua
politica fallimentare.
Chissà se la
successiva approvazione da parte della
Regione sia relativa a questo articolo.
Ma qui non
stiamo parlando solo del quarto potere, del potere della stampa.
Stiamo parlando
di una serie di varianti sui progetti
che hanno comunque prodotto un vantaggio al Ciancio, come ad altri soggetti.
Varianti oggetto di durissime critiche, non solo politiche ma anche tecniche,
tra queste ultime sono molto interessanti le note di Legambiente.
Di recente sono
state depositate le motivazione della sentenza con la quale Il Giudice per
l’udienza preliminare di Catania ha condannato l’ex Presidente della Regione
Sicilia, Raffaele Lombardo.
Nel corpo motivo
della sentenza si fa riferimento ad una seri di varianti urbanistiche che
avevano al centro terreni comunque riconducibili al Ciancio, terreni
inizialmente a vocazione agricola o comunque con scarse percentuali di
edificabilità e che invece grazie a queste varianti beneficiano di un aumento
più che considerevole del proprio valore.
In particolare,
nella sentenza si legge chiaramente come il contesto e il modus operandi fosse sempre il medesimo, ovvero il Lombardo
“suggeriva” l’acquisto al Ciancio – oltre che a
soggetti appartenenti alla criminalità organizzata di stampo mafioso –
di molteplici lotti di terreno a destinazione agricola, e dunque a
contenutissimo valore commerciale, nella prospettiva di ottenere la variazione
di destinazione urbanistica che il Lombardo era certamente in grado di
garantire (pag. 245 della sentenza).
Si è riscontrato
un costante “interessamento del Lombardo
alle vicende imprenditoriali del Ciancio” (pag. 245 cit.) e tale modello
operativo si è avuto anche per le “strutture
polifunzionali nella zona della Plaja ad opera della società “Stella Polare
s.r.l.” riconducibile all’impenditore
Bissoli (con la compartecipazione dell’Incarbone), progettazione per la quale
era stato predisposto ed approvato nel 2002, quando l’imputato (Raffaele
Lombardo) svolgeva le funzioni di
vice-sindaco (rectius di co-sindaco,
come dallo stesso affermato) del Comune di Catania, il relativo Piano Attuativo
(P.U.A.) con le connesse varianti urbanistiche, progettazione infine da
realizzarsi ancora una volta su terreni del Ciancio che originariamente avevano
tutt’altra destinazione urbanistica”. Per di più, nei cantieri avviati dal
Ciancio, egli stesso si impegnava nei confronti del Lombardo affinché
lavorassero imprenditori vicini a Cosa Nostra quali Basilotta ed Incarbone
(pag. 246 cit.).
Come è agevole
rilevare il Giudice parla di un modus
operandi e di un piano urbanistico che sono quelli che qui oggi stiamo
denunziando.
Non siamo
strillatori dell’ultima ora. Da sempre abbiamo avanzato dubbi sulla correttezza
dei vari atti amministrativi che hanno
riguardato il PUA.
Si allega una
delle tante note critiche già avanzate al Consiglio Comunale.
Si porta in
allegato per maggiore intelligenza e scorrevolezza della vicenda, trattandosi
di note molto tecniche e che comunque fanno parte integrante della presente
denunzia.
Oggi alla luce di quelle che sono le riflessioni
compiute da un Giudice, non possiamo, nessuno può, non vedere troppe analogie tra quelle vicende
delineate in una sentenza e tutto l‘iter amministrativo che ha portato all’approvazione
di una delle più grandi speculazione edilizie a Catania, in una delle
pochissime zone della città ancora “verdi”.
E ci rivolgiamo
ad Ella affinché si valutino ipotesi di reati,
nei confronti di Mario Ciancio e dei coautori, contro la pubblica
amministrazione ed in violazione della normativa ambientale urbanistica ed
edilizia.
Ai sensi
dell’art. 408 c.p.p. chiediamo di essere informati nell’ipotesi in cui la S.V. richieda l’archiviazione
della presente denunzia, nonché ai sensi dell’art. 406 c.p.p. chiediamo di
essere informati in caso di richiesta di proroga delle indagini preliminari.
Nominiamo già in
questa nostro difensore l’avvocato Goffredo D’Antona del Foro di Catania, con
studio in detta città, in via Umberto 303.
Si allega nota inviata al C.r.u.
Catania 11
ottobre 2014
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